Partecipanti: Lucio Spaziante - FilCom
Il linguaggio audiovisivo è basato sulla coesistenza tra espressione visiva ed espressione sonora, attraverso procedure di sincronizzazione. Il suono, in particolare, è pensato in relazione con quanto è visibile sullo schermo (si parla di suoni in, out, off), e contribuisce in modo sostanziale al processo di costruzione finzionale della realtà narrativa, attraverso meccanismi convenzionali di riconoscimento percettivo.
Si pensi ad esempio al sound design di una creatura fittizia e realistica come il grizzly nel film The Revenant.
Il suono, inoltre, possiede un peculiare statuto di esistenza ancora poco indagato: che relazione c’è tra un suono e la sua fonte? Si tratta di fenomeni di indicalità? Un suono è un’entità individuale o una proprietà?
Sono questioni che emergono analizzando le caratteristiche dei testi audiovisivi da un punto di vista semiotico, e che conducono, tra l’altro, a solcare territori metodologici di confine con altre discipline, specie sul tema della percezione uditiva. Alcuni modelli esplicativi proposti nell’ambito della psicologia cognitiva e delle neuroscienze, contribuiscono, infatti, a produrre ipotesi sui meccanismi categoriali di riconoscimento di un suono, in particolare attraverso la nozione di auditory object.