Partecipanti: Claudio Paolucci - FilCom
Proverò a occuparmi della relazione tra immaginazione, narrazione, produzione di forme e schematismo (in senso kantiano) nella percezione. La mia tesi, che proverò a dimostrare, è che la percezione sia una forma di allucinazione controllata, dove con “allucinazione” intendo l’attività di produzione di forme dell’immaginazione, che resta centrale sia quando non è controllata dal mondo - come nel caso dell’allucinazione o del sogno – sia quando lo è, come nel caso della percezione online. La mia idea, sostenuta da molti recenti dati empirici provenienti dalle scienze cognitive (che verranno presentati e discussi), è che l’allucinazione sia il modello della percezione e non una sua forma deviante.
Partirò dalla semiotica della percezione formulata da Umberto Eco in Kant e l’ornitorinco, che anticipa con grande lucidità il principale modello che è al centro del dibattito attuale in scienze cognitive, e cioè quello della “codifica predittiva” (predictive coding) del così detto “cervello bayesiano” (Clark 2016, Friston 2018). Mostrerò come entrambi questi modelli si fondino di fatto su una riformulazione dello schematismo kantiano, che criticherò, nel tentativo di mostrare come la percezione abbia a che fare con processi di emersione fenomenologica delle forme e non sulla costruzione di una corrispondenza tra le strutture estesiche delle sensibilità e quelle categoriali dell’intelletto. Da qui il ruolo centrale dell’immaginazione connesso a una costruzione narrativa dell’esperienza percettiva: è attraverso la costruzione semiotica di storie che strutturiamo un percetto a partire dallo stimolo, facendo corrispondere l’allucinazione prodotta dall’immaginazione con il controllo delle morfologie prodotte da parte del mondo. Questa idea della percezione come allucinazione controllata verrà testata su alcuni esempi concreti provenienti dalla visione.