Seminario di Dipartimento (SeRiC): "Forza e prospettiva: genealogia e scetticismo in Nietzsche"

  • Data: 26 gennaio 2016 dalle 13:00 alle 15:00

  • Luogo: Sala Rossa - III piano - via Azzo Gardino, 23

Seric-Filcom

Partecipanti: Rolando Vitali

Il pensiero di Nietzsche continua a essere spesso superficialmente identificato con l’affermazione secondo la quale «non ci sono fatti, ma solo intepretazioni»: negando la possibilità di accedere ai fatti “in sé” Nietzsche pone la necessità di una visione prospettivisitica e non dogmatica della filosofia. A partire dal successo che il pensiero nietzschano ha riscosso all’interno di quel movimento di pensiero che – sbrigativamente – viene chiamato post-modernismo, sembra essersi imposta una declinazione “debole” del compito del pensiero: più volte accusato di essere un pensatore “relativista”, Nietzsche è stato utilizzato per avvalorare un concetto pragmatico di verità, intesa come risultante del fecondo incontro di prospettive diverse all’interno di un ambito discorsivo: essa consisterebbe quindi nella coerenza di un costrutto linguistico all’interno di un contesto specifico, priva di ogni validità intrinseca, ma risultante dall’armonizzazione di prospettive differenti,.
Ma è soltanto questo ciò che intende il «prospettivismo» nietzschano, una forma di innocuo scetticismo liberaldemocratico? Non somiglia forse questo gioco delle opinioni al mondo dell’indifferenza e dell’uguaglianza cui accenna Zarathustra parlando dell’ultimo uomo? Come cercheremo di mostrare, più che un relativismo epistemico o un’idea pragmatica del linguaggio, l’idea di prospettivismo esige il passaggio dal problema della verità a quello del valore: il concetto di verità si dimostra infatti, ad un’analisi genealogica, risultato di un bisogno di porre valori e, solo in questo senso, criterio per la determinazione di quest’ultimi. Nietzsche afferma più volte come essi non siano altro che espressione di forze, di bisogni, di volontà di potenza: se allora ogni prospettiva esprime una forza – la quale opera al di là dell’orizzonte epistemico, determinandone l’impulso – la questione centrale deve spostarsi dallo statuto della verità alla determinazione della potenza. Questo comporta la necessità di pensare in modo unitario la dottrina della volontà di potenza e il lavoro genealogico, in un’operazione di ribaltamento del platonismo che fa della materialità degli impulsi e dei bisogni il piano su cui si innesta l’umana volontà di sapere. Nel mio intervento cercherò di mostrare la centralità del concetto di forza del prospettivismo nietzschiano per depurarlo da ogni relativismo epistemico, per un Nietzsche liberato dal vizio dell’«ultimo uomo».


Rolando Vitali si è laureato nel 2014 col massimo dei voti presso il Dipartimento di Filosofia e comunicazione dell’università di Bologna con una tesi sul concetto di esperienza in Adorno e Hegel. Attualmente è fellow in residence presso l’archivio Nietzsche di Weimar e dottorando all’università di Jena.